Il mercato vinicolo italiano sta diventando sempre più orientato verso il segmento premium. Questo è quanto emerge dall’ultima indagine dell’Area Studi Mediobanca, che ha confermato l’Italia come il principale esportatore di vino in termini di quantità (21,4 milioni di ettolitri nel 2023) e il secondo per valore (7,7 miliardi di euro, dietro solo ai 11,9 miliardi della Francia).

Il saldo commerciale del settore vinicolo italiano è in attivo: negli ultimi 20 anni è cresciuto a un tasso medio annuo del 5,5%, passando da 2,5 miliardi di euro nel 2003 a 7,2 miliardi nel 2023. L’indagine ha analizzato 253 delle principali società di capitali italiane con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro nel 2022, e ricavi aggregati pari a 11,8 miliardi di euro, rappresentando l’88,4% del fatturato nazionale del settore.

Le Migliori Cantine Italiane

Nel 2023, i principali produttori italiani di vino hanno registrato una performance stabile, con una variazione minima (-0,2% rispetto al 2022). Il mercato interno ha mostrato un lieve peggioramento (-0,7%), mentre il mercato estero ha registrato una crescita marginale (+0,3%). I vini frizzanti hanno performato bene all’estero (+2,5%). L’Ebit margin ha segnato un aumento dell’1,4% rispetto al 2022, con un rapporto tra risultato netto e fatturato del 4,2%. Per il 2024, si prevede una crescita complessiva delle vendite del +2,6%, con l’export in aumento del 3%. Le bollicine continuano a mostrare un forte ottimismo (+3,7% nei ricavi complessivi, +6,8% nell’export), mentre i vini fermi prevedono una crescita del +2,3% (+2,2% nell’export).

La leadership di vendite nel 2023 è stata detenuta dal gruppo Cantine Riunite-GIV, con un fatturato di 670,6 milioni di euro (-3,4% rispetto al 2022). Seguono il polo vinicolo Argea (449,5 milioni di euro, -1,2%) e IWB con 429,1 milioni di euro (-0,3% rispetto al 2022). La cooperativa romagnola Caviro ha superato i 400 milioni di euro di fatturato nel 2023, con un aumento dell’1,4% rispetto al 2022.

Sette società hanno registrato ricavi tra i 200 e i 300 milioni di euro: la cooperativa trentina Cavit (267,1 milioni di euro, +0,9% rispetto al 2022), Santa Margherita (255,4 milioni di euro, -2%), Antinori (250,3 milioni di euro, +1,9%), La Marca (225,8 milioni di euro, -4%), Fratelli Martini (219,6 milioni di euro, +1,1%), Mezzacorona (217,7 milioni di euro, +2%) e il Gruppo Collis, che ha raggiunto i 209,4 milioni di euro (+64,8% rispetto al 2022).

In termini di redditività, la toscana Frescobaldi ha guidato con un rapporto utile su fatturato del 29%, seguita da Santa Margherita (18,5%) e Antinori (17%, in aumento di 2,6 punti percentuali rispetto al 2022). Alcune aziende hanno una quota di export molto elevata, come Fantini Group (96,4%), Ruffino (91,1%) e Argea (89,9%).

Andamento Mondiale del 2023

A livello mondiale, il 2023 ha visto un calo nella produzione e nel consumo di vino. La produzione mondiale è stata stimata a 237 milioni di ettolitri, in calo del 9,6% rispetto al 2022, mentre il consumo mondiale si è attestato a 221 milioni di ettolitri (-2,6%). La domanda è stata influenzata da cambiamenti generazionali, tendenze salutistiche e cambiamenti climatici, portando a un calo del consumo di vino rosso e a un aumento del consumo di vini bianchi e rosé.

Tendenze in Italia

Anche l’Italia ha seguito la tendenza globale, registrando una diminuzione della produzione del 23,2% rispetto al 2022 e una riduzione dei consumi dell’1,6%. L’inflazione ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie, penalizzando i vini di fascia intermedia (-10,1% rispetto al 2022) e favorendo una maggiore polarizzazione del mercato. I vini di fascia molto alta sono cresciuti del 12,7%, rappresentando il 18,6% del mercato, mentre i vini biologici e vegani hanno mostrato aumenti rispettivamente del 1,4% e del 9,6%.

Nel 2023, il 47,7% del vino italiano era DOP (DOC e DOCG), in aumento rispetto al 38,5% del 2013. I vini IGP sono diminuiti al 27%, avvicinandosi ai vini da tavola (25,3%). Le regioni leader sono Piemonte, Toscana e Veneto.

Prestazioni Regionali

Il valore delle DOP e IGT imbottigliate è stato pari a 4,3 miliardi di euro in Veneto, seguito dal Piemonte (1,4 miliardi) e dalla Toscana (1,2 miliardi). Le aziende toscane hanno registrato il più alto Ebit margin (16,5%) e il miglior ROI (6,3%). La Toscana ha anche mostrato la maggiore solidità finanziaria. Le imprese vinicole piemontesi e toscane sono grandi esportatrici, con un fatturato da export rispettivamente del 64,5% e del 60,6%.

Identità delle Imprese e Sostenibilità

Le imprese vinicole italiane sono in gran parte a controllo familiare, con il 64,8% del patrimonio netto controllato da famiglie, quota che sale all’81,4% includendo le cooperative. Gli investitori finanziari partecipano con il 10,9% del capitale proprio. Solo il 34,9% delle maggiori imprese vinicole italiane redige un Bilancio di Sostenibilità, segnalando la necessità di migliorare in questo ambito. Le principali difficoltà riscontrate riguardano la complessità del processo di validazione, la mancanza di benchmark di riferimento e la carenza di competenze specifiche.