Nel mondo della finanza, ogni mossa strategica suscita interrogativi sugli sviluppi futuri, e il caso di Nexi Spa con la sua Rete Nazionale Interbancaria (RNI) non fa eccezione. Nella seduta di Borsa del 28 novembre, Nexi ha registrato un rialzo significativo, oltre il 4% in mattinata, sulla scia di rumors che vedrebbero Cassa Depositi e Prestiti (CDP) interessata a riportare l’infrastruttura sotto il controllo pubblico.
Un’infrastruttura strategica nel mirino di CDP
La RNI è una rete cruciale per il sistema finanziario italiano: 208.000 chilometri di connessioni che legano istituti di credito, Banca d’Italia, centrale rischi e sistema antifrode. Per CDP, che già detiene il 14,5% di Nexi, questa sarebbe un’operazione di rilevanza strategica. La rete, insieme alla divisione Digital Banking Solutions (DBS), è stata valutata circa 800 milioni di euro, una cifra che riflette la sua importanza per l’intero sistema bancario italiano.
Dal punto di vista finanziario, la divisione DBS si è dimostrata solida, generando nel 2023 ricavi pari a 383 milioni di euro, con un margine operativo di 151 milioni di euro. Nexi, pur aperta alla cessione, ha chiarito che qualsiasi accordo sarà subordinato a condizioni adeguate, come dimostrano i precedenti negoziati falliti con il fondo F2i.
CDP e la strategia del controllo pubblico
CDP, partecipata per l’83% dal Tesoro, ha una lunga storia con la RNI. Tramite SIA, poi confluita in Nexi, ha partecipato alla costruzione di questa infrastruttura. Riportare la RNI sotto il controllo pubblico potrebbe quindi rappresentare non solo una continuità storica, ma anche una garanzia di maggiore sicurezza e controllo per uno degli snodi più critici del sistema bancario italiano.
Nel frattempo, il consiglio di amministrazione di CDP ha appena approvato un piano di investimenti da 2 miliardi di euro, focalizzato su mobilità sostenibile, digitalizzazione e infrastrutture logistiche, segno di un impegno crescente verso progetti che supportino il sistema economico nazionale.
Cosa potrebbe significa NEXI per gli investitori?
La domanda che sorge spontanea è: vale la pena investire nel titolo Nexi oggi?
Da una parte, il rialzo in Borsa e le voci di acquisizione dimostrano che il mercato ha fiducia nelle prospettive del gruppo. Una possibile cessione della RNI, a condizioni favorevoli, potrebbe rafforzare la posizione finanziaria di Nexi, liberando risorse per altre attività strategiche.
Dall’altra, l’eventuale dismissione di un’infrastruttura chiave come la RNI potrebbe ridurre il peso di Nexi nel settore delle infrastrutture bancarie, trasformandola in un’azienda sempre più focalizzata sui servizi digitali. Questo cambio di prospettiva potrebbe non piacere a tutti gli investitori, specie a quelli che cercano stabilità in un contesto economico già incerto.
Conclusioni
L’interesse di CDP per la RNI pone Nexi al centro di una potenziale svolta strategica. Se l’operazione si concretizzerà, potrebbe rappresentare un’opportunità per il gruppo di rafforzare il proprio focus sul core business, ma al contempo segnare una perdita di una componente storica e strategica.
Per chi sta valutando un investimento, il momento attuale offre opportunità e rischi: la chiave sarà monitorare i prossimi sviluppi e le condizioni dell’eventuale accordo. La domanda resta aperta: conviene investire su Nexi oggi, oppure il titolo è destinato a una fase di stabilizzazione?